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Archive for the ‘Tesori Publifoto’ Category

Clicca sulla foto per vedere la retrospettiva per immagini di Olycom

 

Il 27 Gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa sfondarono i cancelli del Campo di Sterminio di Auschwitz. L’orrore paventato in alcune cancellerie della nazioni coinvolte nella guerra trovò conferma; oltre ogni fantasia. Il nostro Primo Levi ha vissuto, indagato e consegnato alla migliore storia della letteratura queste auree parole: “ in nessun altro luogo e tempo si è assistito ad un fenomeno così imprevisto e così complesso: mai tante vite umane sono state spente in così breve tempo, e con una così lucida combinazione di ingegno tecnologico e crudeltà”. Questo l’unicum della Shoah, del male estremo cresciuto all’ombra del Terzo Reich nazista.

Marco Sannella

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Si avvicina a grandi passi l’appuntamento annuale con il Festival della Canzone Italiana. Olycom, grazie ai suoi fotografi e all’archivio Publifoto, è in grado di offrire un impareggiabile album fotografico di tutte le edizioni, dal 1951 al 2010.

Sfogliatelo con noi per ricordare canzoni e personaggi di ieri e di oggi…

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Accedi al nostro lightbox e guarda la gallery fotografica ..

« In un attimo tu / sei grande, grande, grande / come te, sei grande solamente tu… »

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Guarda le immagini!

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Porta la firma di Tino Petrelli, fotografo che per decenni fu l’anima dell’agenzia Publifoto e che oggi è forse l’autore più celebrato della storica agenzia. La fotografia delle tre partigiane che incedono sicure imbracciando il mitra è tra le più note dell’iconografia della Resistenza ed è divenuta col tempo un’immagine simbolo dell’emancipazione femminile. Anche se non si può prescindere dal contesto storico, ossia i giorni drammatici e decisivi della Liberazione. La foto fu scattata a Milano, in Via Brera, davanti all’Accademia. La data non sarebbe il 25 di aprile, bensì il 29. Molti dubbi sono stati avanzati anche sulla totale spontaneità della situazione: per alcuni la posa sarebbe stata sollecitata dal fotografo, come dimostrerebbe il fatto che l’uomo sulla destra pretese che il suo volto fosse cancellato dal negativo, per non apparire con un’arma in mano. Al di là delle polemiche, Petrelli è riuscito a restituirci uno stralcio di realtà con un’immagine ad alto impatto emotivo per il contrasto tra la bellezza e la gioventù delle tre ragazze e la violenza espressa dalle armi. Consegnando ai posteri una testimonianza sul contributo delle donne, troppo spesso ignorato, ad una pagina fondamentale della storia italiana. Erano giorni in cui ci voleva coraggio, in cui si moriva con facilità. Dietro la foto infatti, ci sarebbe una storia tragica. La ragazza sulla sinistra è Anna Maria Lù Leone, scomparsa nel 1998. All’epoca aveva 17 anni. Dichiarò di non avere più rivisto le sue compagne, due sorelle giunte dalla Polonia, dopo quel giorno. Aniuska, la govane al centro, morì la sera dello scatto. Uccisa da un proiettile partito accidentalmente dal fucile della sorella (a destra nella foto), di cui non si conosce neppure il nome.

La vicenda fu rivelata dallo storico ed ex – partigiano Mario De Micheli ad Adolfo Mignemi, autore del volume Storia fotografica della Resistenza, (Bollati Boringhieri, 1995) su Corriere della sera, 26 aprile 2009, Angela Frenda.

(Daniela Mericio – Olycom)

Se questo post fosse musica sarebbe:

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L’abbraccio tra il britannico Tony Nash ed il noto campione italiano Eugenio Monti, detto “il Rosso Volante” per il colore dei capelli e l’audacia, è una di quelle immagini simbolo capace di sintetizzare un’idea in uno scatto.

L’occasione fu quella della gara di bob a due alle Olimpiadi di Innsbruck nel 1964:  italiani e inglesi in diretta competizione per la vittoria.

Prima della partenza della seconda manche Nash si accorse della rottura di un bullone sul bob. Monti lo seppe appena terminata la propria manche. Pur essendo in testa alla gara, rimosse un bullone dal bob italiano o lo fece portare ai britannici, permettendo loro di continuare la competizione. Nash e il suo compagno Robin Dixon vinsero così la medaglia d’oro. Monti, in coppia con Sergio Siorpaes, quella di bronzo. Per questo gesto di estrema lealtà sportiva, al bobbista italiano fu attribuita la medaglia Pierre De Coubertin – la prima della storia. L’onorificenza, conferita a chi dimostra particolari doti di sportività arricchisce il palmarès del Rosso Volante, tra cui spiccano 6 medaglie olimpiche (2 d’oro nella successiva edizione dei giochi a Grenoble) e una decina di titoli mondiali.

“Nash non ha vinto perché gli ho dato il bullone. Ha vinto perché è andato più veloce” fu la dichiarazione di Monti alla stampa.

Ci piace che sia questa cartolina d’epoca, conservata tra i tesori dell’archivio Publifoto, ad accompagnare lo svolgimento dell’attuale edizione dei Giochi Olimpici Invernali 2010.

(Daniela Mericio/Olycom)

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